Psicodramma Classico-anno XIX 1-2- Dicembre 2017
- Codice: M2655
- Numero: 1
- Sottotitolo
- Dalla problematica sessuale alla conquista dell’identità di genere: un’osservazione diacronica in psicoterapia psicodrammatica
- Autore
- ANTONIO FRANCO CONTE, ANDREA DI MONTE
- Sommario
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L’articolo esamina il percorso clinico di un paziente in psicoterapia con il primo dei firmatari di questa analisi. L’osservazione del caso è avvenuta con la collaborazione del secondo firmatario dell’articolo, all’interno di laboratori condotti con metodo psicodrammatico della durata di due giornate consecutive, tenutisi con frequenza annuale per sette anni. Nell’osservazione si è voluto porre il focus dell’attenzione sulle immagini visive (rappresentazioni simboliche, metafore, espressioni figurate) che il partecipante ha utilizzato nell’ambito del suo lavoro psicodrammatico. Si è evidenziato come queste immagini si siano trasformate nel tempo, acquisendo aspetti di maggiore solidità e pacificazione interiore, mano a mano che il soggetto faceva proprio un senso più compiuto della sua identità di genere. Viene ipotizzato che i mutamenti delle immagini prodotte possano costituire un valido indicatore del processo di cambiamento e di evoluzione della persona. LIFE IMAGES IN THE ANALYSIS OF A CLINICAL CASE From sexual problems to the conquest of gender identity: a diacronic observation in psychodramatic psychotherapy This article examines the clinical experience of a patient undergoing psychodrama psychotherapy with the first signatory of this analysis. The observation took place with the collaboration of the second signatory of this article during the psychodramatic laboratories that took place for two consecutive days a year, over a seven-year period. The observation was aimed at focussing on the visual images (symbolic representations, metaphors, figures of speech) which the patient used in his psychodramatic work. It has emerged that these images have changed over time, gradually becoming more welldefined and accepted as the subject embraced the fuller sense of his gender identity. It is hypothesised that the changes in the images produced may constitute a valid indicator of the process of change and evolution of the person
- Codice
- M2655-1-1
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- Sottotitolo
- Una sessione analizzata attraverso la lente psicoanalitica
- Autore
- NIKOS TAKIS, ZINOVIA VASSILIADI
- Sommario
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Per Sigmund Freud e Jacob Levy Moreno il concetto di catarsi ricopre un ruolo di primaria importanza. Pur con notevoli discordanze in merito alla sua definizione, per entrambi si tratta, infatti, di uno degli obiettivi principali del processo psicoterapeutico. Il presente articolo propone una sintesi delle due diverse prospettive per mezzo di una vignetta clinica. Nella prima parte viene fornita una breve panoramica del concetto di catarsi attraverso le lenti della filosofia, dello psicodramma e della psicoanalisi. Di seguito viene descritta un’azione psicodrammatica in cui il protagonista rivisita un evento traumatico risalente alla prima infanzia. Lo sviluppo del dramma viene analizzato da una prospettiva psicodinamica, per approdare quindi all’elaborazione dei diversi livelli di catarsi relativi al protagonista e al gruppo. THE CATHARTIC PROCESS IN PSYCHODRAMA A session analysed through psychoanalytic lens The concept of catharsis has been considered extremely important by Sigmund Freud and Jacob Levy Moreno. Although they both considered it as one of the major goals of the psychotherapeutic process, there were significant differences in their definitions of the term. In this article an integration of these perspectives is attempted, through a clinical vignette. Firstly a brief overview of the concept of catharsis is presented from a philosophical, psychodramatic and psychoanalytic point of view. Then a psychodramatic action is described, in which the protagonist revisits a traumatic incident of his early childhood. The course of the drama is processed from a psychodynamic perspective and finally the different levels of catharsis are elaborated in relation to the protagonist and the group.
- Codice
- M2655-1-2
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- Lo psicodramma e l’accompagnamento al morire
- Autore
- CRISTINA BERGO
- Sommario
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Questo articolo nasce dall’esperienza di tirocinio dell’autrice a completamento del suo Corso di specializzazione in Psicoterapia Psicodrammatica, svolta con un gruppo continuativo di psicodramma per pazienti oncologici presso il Servizio di Psicologia Clinica dell’Ospedale S.Paolo di Milano. Il percorso di accompagnamento dei pazienti nel territorio difficile della malattia e della morte, prolungatosi per 4 anni, viene presentato come palestra e luogo di apprendimento per l’applicazione clinica del modello moreniano, nello sforzo di comprendere quale tipo di cura lo psicodramma possa portare in questo specifico contesto terapeutico. La domanda centrale, presto emersa su tutte le altre, è stata quella relativa al fattore spontaneità/creatività, che nella teoria e nella pratica psicodrammatiche ha un ruolo terapeutico fondamentale. L’autrice si è chiesta se, come e in che misura tale fattore possa mantenere la sua validità in un contesto drammaticamente contrassegnato dalla malattia e soprattutto dalla morte. E, più in generale si è chiesta di quale cura, attraverso il gruppo di psicodramma, ci si può fare carico quando una persona sta andando incontro alla fine della sua vita. TOWARDS THE END: THE HOLDING OF SPONTANEITY Psychodrama and going along with the oncological patient This article is the result of the author’s internship to complete her specialisation course in Psychodramatic Psychotherapy. It was carried out with an ongoing group of psychodrama for oncological patients at the Servizio di Psicologia Clinica of the Ospedale S. Paolo in Milan. The process of supporting patients in the difficult moments of illness and death over a 4-year period is presented as a gymnasium and place of learning for the clinical implementation of the Morenian model, in an effort to understand what kind of care psychodrama might offer in this specific therapeutic context. The key question, soon arisen above all the others, was the one regarding the spontaneity/creativity factor, which in psychodramatic theory and practice has a fundamental therapeutic role. The author asks herself whether and to what extent this factor may provide a valid contribution in a context so dramatically connoted by illness and death. Moreover, and more in general, she wonders which therapy, through a psychodrama group, may be responsibly chosen when a person is going to meet his/her death.
- Codice
- M2655-1-3
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- Cambiamenti nel grado di severità del disturbo dopo terapia psicodrammatica di gruppo
- Autore
- DOROTHEA GSTREIN
- Sommario
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Cinque studentesse affette da ansia da matematica (AM), stato di grande disagio associato allo svolgimento di problemi matematici, per circa tre mesi hanno partecipato a incontri settimanali di psicodramma di gruppo presso una scuola superiore di Merano. I dati sono stati raccolti tramite la versione semplificata del Personal Questionnaire (PQ) (Elliott e Shapiro, 1999), uno strumento quantitativo di rilevazione dati, al quale le ragazze hanno risposto ad ogni sessione settimanale e in due momenti successivi alla conclusione della terapia. I cambiamenti osservati nel grado di severità dello stress da AM in seguito alla terapia psicodrammatica di gruppo sono stati analizzati con riferimento ad alcune variabili del PQ, le quali mostrano i cambiamenti in riferimento ai valori individuali minimi e massimi, confrontando il prima e il dopo la terapia. I risultati ottenuti tramite il Client Change Interview (CCI) (Elliot et all., 2003), strumento di rilevazione qualitativo, forniscono ulteriori ed importanti informazioni al riguardo. PSYCHODRAMA IN A GROUP OF STUDENTS WITH MATHEMATICS ANXIETY Changes in severity rating due to psychodrama group therapy Five high-school students suffering from mathematics anxiety, a state of great discomfort associated with mathematics and the performance of mathematical tasks, took part in psychodrama group sessions held weekly over a period of about three months at a secondary school in Merano, Italy. Data were collected with the Personal Questionnaire (PQ) (Elliott and Shapiro, 1999), a quantitative measuring instrument, completed by the students at every group session and at two follow-up measuring points. The changes in severity ratings due to psychodrama group therapy are shown by presenting some crossclient PQ items with the largest and the lowest pre-post effects. The findings of the Client Change Interview (Elliot et al., 2003), a qualitative measuring instrument, give other relevant information about the therapy.
- Codice
- M2655-2-1
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- Sottotitolo
- Esperienza di psicodramma con un gruppo di persone con disabilità visive
- Autore
- DANIELA SOLZI
- Sommario
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Il progetto descritto in questo articolo è stato realizzato in collaborazione con l’Unione Ciechi di Milano in condizioni molto diverse rispetto al classico setting psicodrammatico, sia per quanto riguarda il luogo fisico nel quale si sono svolti gli incontri, sia in riferimento alla composizione del gruppo, che prevedeva la presenza di persone con diverse disabilità visive e insieme di persone vedenti. Tali condizioni hanno reso necessari alcuni adattamenti rispetto alla scelta delle tecniche psicodrammatiche da utilizzare, come pure rispetto alle modalità del loro utilizzo nel tempo e nello spazio. ■ A RAINBOW OF SOUNDS A psychodramatic experience with a group of visually impaired people The project described in this article was carried out in collaboration with the Unione Ciechi of Milan in conditions which were very different from the classic psychodramatic setting, both regarding the location where the meetings took place and the group composition, as some of the participants were sighted whilst others had different types of visual impairments. These conditions required some adaptations regarding the psychodramatic techniques and their use in time and space.
- Codice
- M2655-3-1
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- Sottotitolo
- Presenza, trama, senso
- Autore
- IVAN TOGNI
- Sommario
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Questo articolo è tratto da un intervento che Ivan Togni ha tenuto nell’aprile 2017 a Torino, in occasione del XV Incontro di Primavera a cura dell’AIPsiM, in apertura del Simposio “Lo psicodramma prende corpo: presenza, trama, senso”, realizzato su proposta e con la partecipazione di Marcelo Pakman, del quale purtroppo non ci è giunta la relazione per motivi indipendenti dalla sua volontà. Nelle intenzioni dell’evento era ben riconoscibile la traccia di una volontà dell’Associazione di sconfinare dalle pertinenze strette dell’identità e della comunità psicodrammatica, per avviare un dialogo con voci, esperienze, pensieri, teorie e formazioni differenti ed estranee agli abituali riferimenti teorici e pratici. La relazione qui pubblicata ha introdotto l’intervento di Marcelo Pakman, psichiatra, psicoterapeuta familiare sistemico, con una profonda formazione filosofica ed epistemologica, da sempre interessato alle pratiche poetiche della cura, in opposizione alle politiche autoritarie e assoggettanti di una certa parte del “sapere” psicologico e dell’apparato sanitario. E di Pakman l’articolo di Togni ha fatto proprio lo spirito di libertà dalle codifiche concettuali, linguistiche, espressive, degli usuali sistemi di significato presenti in una rivista scientifica. Lo stile espositivo dello scritto che proponiamo ai lettori tenta di “dare voce al corpo” attraverso quella quota poetica – attiva e presente nel pensiero e nella pratica psicodrammatica – che sfugge alla chiarezza di una logica razionale, univoca e coerente, strutturata e incontrovertibile. Una sfida per chi scrive, e un esperimento pieno di suggestioni per chi legge.
- Codice
- M2655-4-1
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- Ovvero riflessioni sulle differenze sostanziali, e superficiali, tra il Teatro Espontàneo e il PlayBack Theatre ...e altre storie
- Autore
- PAOLO CARRIROLO
- Sommario
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L’autore prende in considerazione, alla luce delle sue esperienze girovaghe nell’ambito del Playback Theatre (PT) e del Teatro Espontàneo (TE), le differenze tra le due forme di teatro sociale. Rileva, nella storia dell’uno e dell’altro come il primo, il PT, nasca dalle avanguardie teatrali degli anni ‘70 negli Stati Uniti, ad opera del suo inventore Jonathan Fox, ed approdi allo psicodramma lasciandosi in parte contaminare; e il secondo, il TE, nato in America del sud, in particolare dal lavoro di invenzione e coordinamento di Maria Elena Garavelli, proceda dalle sperimentazioni psicodrammatiche di J.L. Moreno, nel suo Teatro della Spontaneità, ed approdi ad una forma di teatro – a sua volta contaminato dal PT così come dallo psicodramma con le maschere di Mario Buchbinder, piuttosto che dal Teatro dell’Oppresso – che contiene elementi sostanziali, secondo il parere dell’autore, del metodo psicodrammatico stesso. Il testo, accanto alle riflessioni teoriche, si addentra in racconti di vita dell’autore nell’ambito delle sue esperienze in entrambe queste forme di teatro. ■ PARMIGIANO REGGIANO OR GRANA PADANO? That is, some reflections on more, and less, significant differences between the Espontaneo Theatre and the Playback Theatre… and other stories The author evaluates the differences between the two forms of social theatre, considering his wondering experiences in the Playback Theatre (PT) and in the Teatro Espontàneo (TE). He detects the origins of the PT from the theatrical avant-garde of the 1970s, in North America, by his inventor Jonathan Fox, and its development moving to the psychodrama and becoming partly influenced by it. The birth of the Teatro Espontàneo (TE) is placed in South America, particularly due to the creative and well structured work of Maria Elena Garavelli: it discends from the psychodramatic experiments of J.L. Moreno in his Theatre of Spontaneity, and arrives to a type of theatre – in turn contaminated by the PT as well as by the psychodrama with the masks of Mario Buchbinder and by the Teatro do Oprimido – which maintains the basic elements of the classic psychodramatic method. The article, along with some theoretical reflections, goes into stories of the author’s life and theatrical experiences.
- Codice
- M2655-5-1
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- Codice
- M2655-6-1
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