In ricordo di Andrea Cocchi

In ricordo di Andrea Cocchi


 

Cari soci, care socie

Condividiamo con voi la tristezza per la scomparsa di Andrea Cocchi,  avvenuta il 24 agosto 2024, all’età di 72 anni.

Molti e molte di noi l’hanno conosciuto da vicino, apprezzandone la competenza, la genuinità, la bellezza d’animo. 

In questa circostanza, desideriamo unirci in un gesto d’amore verso Andrea, pubblicando una raccolta di contributi da parte di chi lo ha conosciuto e creare così un ricordo tangibile del nostro affetto e delle esperienze condivise con lui.

Con affetto,

Il Consiglio Direttivo AIPsiM

Caro Andrea

quando ti ho conosciuto hai portato un sapore ed una luce particolare alla mia vita che si muoveva sotto la volta dello psicodramma.

Mi hai coinvolto ed io mi sono fatto coinvolgere con entusiasmo in stimolanti e ricche esperienze, affascinato dalla tua energia, dal tuo carisma, dalla tua grande simpatia e godendo della tua amicizia.

Poi, un brutto giorno, un ictus bastardo…

“E in un attimo, come accade spesso,
cambiò il volto di ogni cosa
cancellarono di colpo ogni riflesso
le tendine in naylon rosa…”

La lotta per risalire la china è stata dura e faticosa…
accompagnata da slanci ma anche da tanti colpi bassi…

Le nostre strade, piano piano, hanno avuto sempre meno occasioni per incrociarsi lasciando al web la possibilità di tenersi in qualche modo in contatto.

È triste venire a sapere che ci hai lasciato… Un colpo al cuore…

Un mare di ricordi e di immagini passano davanti ai miei occhi umidi.

Riposa in pace.

Un abbraccio

Fabio Canini

 

 

Caro Andrea, che la terra ti sia lieve come la levità che hai sempre saputo trasmettere.

Ho nel cuore e nella mente la meravigliosa esperienza vissuta con te per anni all’Arena del Sole -Teatro Stabile di Bologna: LA MENTE SUL PALCOSCENICO.

Per me, psicodrammatista esperto e un po’ provinciale, quell’avventura è stata un immergermi nel Teatro con la T maiuscola. Tu, che avevi lavorato con Ronconi, mi intimidivi un po’, ma sapevi far passare la tua cultura con leggerezza e gioco.

La Rassegna Le Relazioni sulla scena, gli psicodrammi pubblici al Teatro di psicodramma di Provaglio, prende le mosse dall’esperienza bolognese e compie quest’anno 24 anni di attività!

Quindi grazie di avermi ispirato e coinvolto anche in altre cose sempre stimolanti e creative: il Master di psicosociodramma a Mimesis, il seminario con Enzo Spaltro all’Università, l’incontro sui bambini e l’arte al tuo Teatro, sempre presente la tua carissima mamma, che abbraccio.

Poi ci siamo persi di vista, che peccato, ma la tua presenza compariva su facebook nella tua passione per la fotografia e i viaggi e le sempre stimolanti citazioni da Lacan a Borges, colte e lievi.

Buon viaggio
Gigi Dotti

 

Caro Andrea
il mio pensiero va all’indimenticabile esperienza La Mente sul Palcoscenico e ti rivedo lì, in scena… vivace, carismatico, unico.
Avevo sempre lo stesso ritornello che mi accompagnava nei miei viaggi verso Bologna “Ma com’è bello andare in giro per i colli bolognesi con una Vespa Special che ti toglie i problemi…” ebbene ti vedo lì, su una Vespa Special rossa diretto chissà dove… sicuramente verso una nuova incredibile avventura.
Buon viaggio amico.

Franca Bonato

 

 

Andrea per me è sempre stato, e rimane, un mito.

Lo vedevo scendere dal suo macchinone a Sulzano, alla fine degli anni ’90.
Veniva a fare lezione, atteso da tutti. Mi chiedevo cosa insegnasse. Io avevo finito come studente e mi allenavo, insieme a qualche collega, ad entrare nella dimensione della docenza. Anni lunghi di gavetta… Allora era così. Si competeva con “mostri sacri”, d’altronde. E Andrea era tra quelli.

I suoi libri, “La vita in gioco. Psicodramma e sociodramma nel teatro pubblico” e “La mente sul palcoscenico: lo psicodramma in teatro” hanno lenito le molte mie curiosità sulla sua caratura culturale in ambito psicodrammatico; e di come si potesse portare lo psicodramma in teatro.
Chiarissimi. Colti e precisi. Un dono grande.

Era una sera del settembre del 2000 all’interno della manifestazione “AttivaMente” organizzata a Torino da Felice Perussia che concludeva gli anni di Presidenza della nuova facoltà di Psicologia di Torino. La location, il Teatro Carignano di Torino. Uno dei teatri iconici italiani.

C’era Andrea Cocchi con la compagnia della rassegna teatrale “La Mente sul palcoscenico” che in quegli anni andava in scena “psicodrammatica” all’interno del tabellone dell’Arena del Sole (Teatro Stabile di Bologna).

Nel 1986, quel Teatro ospitò Zerka Moreno, il nipote di Pirandello, Pierluigi e Ottavio Rosati in una memorabile serata dal titolo: La Moreno per Pirandello e Ciascuno a suo modo.

Dunque, non una prima psicodrammatica. Ma, qui, sta l’arte dell’essere all’altezza.

E Andrea, quella sera lo fu. In un teatro che non era il suo. In ambiente non suo. Ma a maneggiare sapientemente le fatiche psicodrammatiche che, anche quella sera, andavano trovando palcoscenico.

Io non so chi ha avuto la fortuna di stare nel suo teatro di psicodramma di Bologna, in Via Cartoleria 18. A me questa fortuna è capitata, più e più volte. Coi colleghi didatti della scuola di Gianni Boria che lì, periodicamente, andavano ad incontrarsi. Erano gli anni 1999-2000. Una magia di locus. E “locus nascendi”, per me. Spiego: era l’anno 2000. Torino, col suo Teatro di psicodramma di via San Domenico 16, stava facendo anticamera (lunga) perché Gianni Boria accettasse di aprire lì la sede della sua scuola. Anche in quella occasione Gianni nicchiava. A un certo punto, Gigi, col suo noto modo di fare, gli dice: “ma Gianni, dai! Accetta il lavoro di Marco e fagli aprire la sede. Non ha nulla che possa fare di più!” E, la sede, nel 2001 si aprì. In un Teatro che ha un clima estetico debitore di quello di Andrea a Bologna. Magia.

E, per ultimo, la gioia di poterlo risentire durante la riabilitazione a seguito di ciò che gli era successo.

Era tremolante un po’ nella voce; e, sottilmente, nell’anima.

Ma quel senso dell’esserci, a noi caro, si materializzava ogni volta che ci sentivamo.

Rare volte, per la paura, mia, di disturbarlo. E per quel senso di riservatezza, suo, che a noi era caro.

Buon viaggio, amico caro

Marco Greco

“Andrea… un maestro e un compagno di T-group (lui il conduttore, io il “monitore”).

Un raffinato e vivace psicodrammatista, nei piccoli e grandi palcoscenici.

Uno scrittore colto ed elegante che arriva rapidamente al punto.

Una mente agilissima, in tutte le direzioni; quelle umane e quelle professionali.

“Lo psicodramma è un modo strutturato di essere liberi”. Questa sua definizione, un piccolo gioiello di sintesi pragmatica, mi accompagna da 24 anni ed è diventata anche una domanda d’esame per i miei studenti della Scuola.

E poi un compagno di tante grassissime risate fra bolognesi veraci, soprattutto in occasione di scorpacciate di pesce persico fritto e di coregone (un altro pesce lacustre) in quel di Monte Isola, quando il residenziale della nostra Scuola si svolgeva a Sulzano, ai bordi del lago d’Iseo. Luoghi incantati, momenti magici, ricordi preziosi e indelebili.

Caro e inimitabile Andrea, buon viaggio.

Ogni tanto, mi raccomando, facci l’occhiolino da lassù.

Un abbraccio fraterno e fortissimo.”

Francesco Muzzarelli

 

Caro Andrea,

sei stato il mio primo maestro di psicodramma assieme a Gianni, Daniele e Fabio; nel tuo studio di Via Cartoleria a Bologna mi hai accolta e accompagnata nei primi anni di scuola. Era un posto magico per me, un luogo che ha contenuto i miei pianti, le mie risate e i miei affetti; un luogo dove ho sperimentato molte cose e dove sono cresciuta assieme ai miei compagni di gruppo. 

Mi ha molto addolorato sapere della tua morte. 

Negli ultimi anni ti avevo ritrovato su facebook, seguivo i tuoi post con le tue frasi profonde e le bellissime immagini. Talvolta mi sono commossa leggendoti quando scrivevi di tua mamma e tua moglie, a cui mando un abbraccio affettuoso. Di te conservo i tuoi libri, il ricordo del tuo studio da mille e una notte e quell’ immagine di fuori classe che mi resta impressa nel cuore.

Ciao Andrea, buon viaggio e buona vita a tutti noi che restiamo! 

Con affetto e gratitudine.

Maria Giardini

 

Caro Andrea,

La cosa che ricordo con più affetto è stata l’accoglienza. Mi hai fatto sentire la benvenuta, nonostante non facessi parte del tuo mondo. Mi hai preso per mano e mi hai detto che non dovevo avere paura. E non ne ho avuta.

Sei stato un mentore, un amico, un fratello, un sogno che si avverava. È stato bellissimo conoscerti. Grazie per avermelo concesso.

Ricordo le nostre cene dall’ indiano dopo le sessioni di psicodramma. L’emozione delle serate a teatro… il tuo mondo. Ricordo la tua splendida famiglia… la tua mamma. Ma come facevi a sapere tutto; ad essere così tanto?

Scusami Andrea. Scusami se non ti sono stata vicina negli ultimi anni. Scusami per le mie mancanze; le mie assenze.

Tu sarai sempre dentro di me. Le tue frasi, che cito spesso ai miei studenti… i tuoi insegnamenti… ma soprattutto tu.

Non ti dimenticherò Andrea; e non permetterò neanche ai miei studenti di dimenticarti.

Sei nel mio cuore.

E non hai mai chiesto nulla in cambio.

Grazie.

Paola Gualandi

 

Caro Andrea,

il nostro viaggio, inizia a Fognano (RA) nel 1992.

L’ultimo giorno di un’esperienza di T Group; tu conduttore, io studentessa, iscritta al corso di Psicologia del Lavoro di Enzo Spaltro. 

Tu che fai? Sperimenti un’inversione di ruolo che mi proponi, la mia prima inversione, riuscita, riuscitissima e nella tua restituzione parli della “leggerezza”, citando Calvino, e le Lezioni Americane. 

Siamo andanti avanti da lì e ci siamo poi visti ognuno con gli occhi dell’altro, INCONTRO avvenuto! Incontro sempre rinnovato, in tutto quello che nelle nostre vite siamo stati in grado o meno di abbracciare, di accogliere, di attraversare, fino ad oggi, dove realizzo che il tuo posto in me è chiaro, ricco, fatto di tanti strati, livelli, ruoli, condivisioni, risate, arrabbiature, stima, amore (voglio usare questa parola), dolore, coraggio. In qualche modo non ci siamo più lasciati e ora il viaggio continua, abbraccio stretta Carla, proseguo sulla strada e ti porto con me, grata. 

Lisa Pazzaglia

 

Ho conosciuto molti anni fa la sua fama e arrivata a Bologna l’ho incontrato e conosciuto. Una persona unica!

Lo ringrazio ancora di avermi accolta nella sua casa, di aver condiviso con me, una sconosciuta, un pezzo della sua vita … e ora seppur rattristata lo immagino volare finalmente libero per nuovi mondi… 

Grazie Andrea! 

Giovanna Baccari

 

Le azioni di Andrea a mio ricordo sono abbastanza.

Ma ciò che per me rimane nel cuore è quando sono andato a trovarlo in clinica in Svizzera. Un giorno intero con lui che mi ricordava le vari inversioni di ruolo che ho dovuto fare con suo padre. 

Da quel giorno non ci siamo persi. 

Grazie Andrea per la tua umanità.

Stefano Alberini

Ho condiviso con Andrea e con alcuni di voi la splendida esperienza de “La mente sul palcoscenico”, una manifestazione culturale decisamente importante e intensa, in cui Andrea ci ha potuto trasmettere la sua ricchezza intellettuale e professionale. 

L’ho perso di vista da molti anni e non so quali strade abbia percorso la sua vita, ma condivido con voi un augurio profondo di serenità e pace, per lui e per la sua famiglia.

Luisa Formenti

Vorrei comunicarvi un pensiero di Andrea di cui ho potuto essere testimone.

Facendo parte della seconda generazione di psicodrammatisti di Bologna, avevo sentito parlare molto di Cocchi, degli eventi da lui condotti all’Arena del Sole, “La mente sul palcoscenico”; avevo anche frequentato per due anni il teatro di psicodramma di Via Cartolerie, uno dei primi a venire realizzati e ricco di memoria; ma l’avevo incontrato di persona solo una volta ad un evento organizzato presso il suo teatro.

Quando, in maniera inaspettata, l’ho ritrovato ad un laboratorio on-line; era l’autunno del 2022. Cocchi aveva partecipato solo al primo incontro, quello del 5 settembre. Rivederlo era stata un’emozione per molti di noi presenti e quanti lo conoscevano meglio non hanno mancato di esprimerlo. Io, quando riesco, cerco di annotarmi qualcosa e di quella sera ho trovato alcuni appunti. 

Ricordo che arrivò il turno di parola di Andrea. In brevi, semplici passaggi ha tratteggiato il suo stato d’animo: “Sono anni che faccio un po’ l’eremita. Mi sono sposato e sono andato a vivere in Sicilia. Lei ha voluto andare a vivere a Milano e ora sono a Milano. Sono diventato piuttosto statico e il buio è una dimensione che fa sentire tante cose.”

Gabriella Pierobon

 

CIAO ANDREA !


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